La mitologia greca spiegata ai bambini
Un modo divertente per imparare a non sfidare gli dei (e i genitori).
Le radici della nostra civiltà affondano nel fertilissimo terreno che fu l'antica Grecia. Un mondo intero di leggende che ci hanno insegnato a comportarci, a sognare, idee che hanno plasmato la nostra società. Senza, sarebbe un mondo molto diverso, no? I Greci, con i loro miti e leggende, sono stati i primi a dare un senso al caos, a raccontare il mondo come una grande avventura. Ricolmi di magia, eroi coraggiosi, mostri spaventosi e creature fantastiche, i miti greci sono come i primi fumetti di supereroi, ma con un tocco di mistero in più. E sapete una cosa? Sospetto che potrebbero essere interessanti favole per la buonanotte dei vostri bambini, da alternare ai soliti classici. Immaginate di leggere loro queste storie, di accompagnarli nel mondo dei sogni con racconti che li fanno volare con la fantasia. Un modo speciale per condividere un momento di intimità e per farli innamorare delle storie che hanno ispirato intere civiltà. I miti greci sono come risposte a grandi domande, le stesse che ci poniamo ancora oggi. Da dove veniamo? Qual è il senso della vita? I bambini sono spugne per le informazioni, pieni di curiosità e queste storie sono un modo meraviglioso per soddisfare la loro sete. Come fiabe, ma con un retrogusto di filosofia in più. Certo, ci sono tantissime leggende, e solo alcune possono essere liberamente adatte ad un pubblico di pargoli. Occorre fare un po’ di ricerca preventiva. Un ottimo punto di partenza, ad esempio, può essere il mito del rapimento di Persefone e quindi la leggenda di come sono nate le stagioni.
Proviamo.
Immaginate, bambini, un mondo dove è sempre primavera, dove la terra è sempre rigogliosa. Questo era il mondo di Demetra, dea della fertilità, materna e regale, protettrice dei raccolti. Ma un giorno oscuro, sua figlia Persefone fu rapita da Ade, re dell'Oltretomba, un nonno dark, burbero, segnato da una barba folta e scura, sempre vestito di nero. Ade si innamorò di Persefone e la portò nel suo regno tenebroso, dove le offrì in dono un melograno. Persefone, triste e affamata, ne mangiò solo qualche chicco, senza sapere che quel gesto l’avrebbe legata per sempre al regno dei morti. Demetra era disperata per la sorte della figlia, e la sua profonda ed indomabile tristezza si trasformò in un inverno senza fine. A quel punto, Zeus, re degli dei e padre (illegittimo) di Persefone, dal suo ufficio di lusso sul monte Olimpo con vista panoramica sul mondo, decise di intervenire decretando una salomonica soluzione: Persefone aveva mangiato solo metà del melograno e pertanto avrebbe potuto tornare dalla madre per sei mesi all’anno. E così nacquero le stagioni: quando Persefone torna dalla madre, Demetra è felice e la primavera fiorisce rigogliosa; quando sono insieme, il calore nel cuore di Demetra perpetua l’estate; quando Persefone deve tornare nell'Oltretomba, Demetra si dispera, e giungono così l’autunno e l’inverno, quando il gelo prende infine possesso del cuore di Demetra. E così via, ciclicamente, la trama si ripete all’infinito.
Quali riflessioni ne possiamo trarre? Tutto nella vita è soggetto a cambiamento e ogni periodo di oscurità sarà alternato ad un periodo di luce. Persefone è costretta a vivere sia nel mondo dei vivi che in quello dei morti, simboleggiando l'equilibrio necessario tra tutte le forze opposte: luce e oscurità, in questo caso. Il fatto che Persefone abbia mangiato i chicchi di melograno, anche se in minima parte, la lega al regno dei morti. Questo ci insegna che ogni nostra azione ha delle conseguenze, spesso impronosticabili e sgradite, ma dalle quali non c’è via di scampo. E’ quindi necessario riflettere bene prima di agire. In sintesi, il mito di Persefone ci offre una serie di insegnamenti preziosi sulla natura della vita, sull'importanza dei legami familiari (la forza, la determinazione e l’amore della madre è il vero motore trainante di tutta la storia) e sulla necessità di trovare equilibrio. Non cerchiamo dunque la perfezione, ma l'equilibrio: è lì che risiede la vera bellezza.
5 marzo 2025
Jonathan Gabrieletto